La Giostra del Saracino: i Lions aretini dedicano una serata speciale alla principale rievocazione storica della città di Arezzo
il 21/10 una serata voluta dal Lions Club Arezzo Host e dal Lions Club Arezzo Mecenate, nella quale il Dott. Vittorio Beoni ex Dirigente dell’Assessorato allo Sport del Comune di Arezzo ed ex Direttore dell’Istituzione Giostra del Saracino, relazionerà sulla storia della Giostra, alla presenza del Sindaco, dei Rettori dei Quartieri, dei rappresentanti delle compagini della Giostra, di varie autorità civili.
Di torneamenti e giostre visti in terra di Arezzo parla espressamente Dante Alighieri, all’inizio del XXII canto dell’Inferno, in alcune celebri terzine:
« Io vidi già cavalier muover campo, e cominciar stormo a far lor mostra, e tal volta partir per loro scampo; corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra; quando con trombe, e quando con campane, con tamburi e con cenni di castella, e con cose nostrali e con istrane; » |
(Dante Alighieri, La Divina Commedia - Inferno, Canto XXII, 1-9) |
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La manifestazione affonda le proprie origini nel Medioevo: Risale al 1260 la più antica testimonianza di un torneo cavalleresco in Piazza Grande; ad Arezzo giostre barocche venivano poi organizzate tra il Cinquecento e la fine del Seicento. La sfida al Re delle Indie rievoca la secolare lotta sostenuta dalla cristianità occidentale per frenare l’avanzata orientale. È l’esercizio d’armi contro un simulacro: il Saracino, operato dai militi aretini, forniti dalle famiglie nobiliari della città e del contado ed inquadrati ciascuno nei colori di riferimento.
La Disfida
Non più d’usati onori aure cortesi
spingon, o Castro, il piede a’ tuoi contorni.
Sol quest’usbergo e rilucenti arnesi
premon le membra a vendicar gli scorni.
I magnanimi spirti a torto offesi,
lungi dal trionfar, odiano i giorni.
Con questo del flagel più grave pondo,
giuro atterrir, giuro atterrare il mondo.
Oggi provar t’è forza,
empio arrogante,
che merte sol vers’i Tartarei chiostri,
un falso traditor volga le piante
e del suo sangue il suo terreno inostri.
Ogni patto aborrisco e da qui avante
vesto la spoglia de’ più orrendi mostri.
Troppo infiamma il mio cuor giusta vendetta,
onde sol morte e gran ruine aspetta.
Oggi vedrai, s’al nuovo campo ascendi,
s’al tuo folle vantar sian l’opre uguali.
Prendi pur l’asta e fra tue strage apprendi
l’armi di un falso ardir quanto sian frali.
Manda chi più t’aggrada e solo attendi,
da troppo irata man, piaghe mortali.
Non più parole, omai, vo’ vendicarmi:
al campo! Alla battaglia! All’armi! All’armi!
Tra le celebrazioni storiche che affollano numerosissime la vita dei centri grandi e piccoli della penisola italica, la Giostra del Saracino è una delle più antiche e ci riporta nei suoi costumi e colori più addietro nel tempo rispetto a tante altre. Malgrado varie sospensioni dal XVIII in poi, oggi il torneo cavalleresco attira migliaia di visitatori che, affascinati dal corteggio storico, si riversano nelle vie cittadine. Accalorato da centinaia di figuranti in costumi medievali e decine di cavalli, scandito dallo squillo delle chiarine e inebriato dei colori delle bandiere, il corteo è capace di far vivere alla città un tuffo nel passato e di far immergere gli aretini e i turisti in un’atmosfera singolare e festosa. E’ una festa di popolo attesa da ogni aretino che per tutto l’anno, attraverso le attività dei quartieri, mantiene in vita una tradizione lunga secoli, risvegliando nelle generazioni di piccoli aretini uno spirito identitario e di appartenenza alla fede che lega ciascun quartierista ai propri colori.
Pochi però prestano attenzione a quanto complessa sia la macchina che sta dietro la Giostra: ad esempio a quanta tutela veterinaria ed antidoping si faccia dei cavalli, attori comprimari della Giostra. Estrazione delle carriere e giuramento dei capitani; Prove e prova generale; Cene propiziatorie; Bollatura e investitura; Lettura del Bando; Benedizione degli armati e corteo storico; e finalmente… è Giostra. Protagonisti della manifestazione storica aretina sono i quattro quartieri cittadini di Porta Crucifera (rosso/verde), Porta del Foro (giallo/cremisi) Porta Sant’Andrea (bianco/verde) e Porta Santo Spirito (giallo/blu). Sono i loro giostratori, a sfidarsi in Piazza Vasari nell’assalto contro il Re delle Indie, al termine del quale solo un quartiere uscirà con il trofeo della Giostra del Saracino: la lancia d’oro.
Altri Protagonisti i Musici; Gli Sbandieratori; Signa Arretii (Sergente, Fanti, Valletti, Vessilliferi del Comune); L’Araldo; Il Buratto e i famigli; Il Cancelliere; Il Coordinatore di Regia; La Giuria; Il Maestro di Campo e il suo Vice; La Magistratura.
Addetto stampa
Roberto Cecchi
La Giostra del Saracino: i Lions aretini dedicano una serata speciale alla principale rievocazione storica della città di Arezzo
il 21/10 una serata voluta dal Lions Club Arezzo Host e dal Lions Club Arezzo Mecenate, nella quale il Dott. Vittorio Beoni ex Dirigente dell’Assessorato allo Sport del Comune di Arezzo ed ex Direttore dell’Istituzione Giostra del Saracino, relazionerà sulla storia della Giostra, alla presenza del Sindaco, dei Rettori dei Quartieri, dei rappresentanti delle compagini della Giostra, di varie autorità civili.
Di torneamenti e giostre visti in terra di Arezzo parla espressamente Dante Alighieri, all’inizio del XXII canto dell’Inferno, in alcune celebri terzine:
« Io vidi già cavalier muover campo, e cominciar stormo a far lor mostra, e tal volta partir per loro scampo; corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra; quando con trombe, e quando con campane, con tamburi e con cenni di castella, e con cose nostrali e con istrane; » |
(Dante Alighieri, La Divina Commedia - Inferno, Canto XXII, 1-9) |
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La manifestazione affonda le proprie origini nel Medioevo: Risale al 1260 la più antica testimonianza di un torneo cavalleresco in Piazza Grande; ad Arezzo giostre barocche venivano poi organizzate tra il Cinquecento e la fine del Seicento. La sfida al Re delle Indie rievoca la secolare lotta sostenuta dalla cristianità occidentale per frenare l’avanzata orientale. È l’esercizio d’armi contro un simulacro: il Saracino, operato dai militi aretini, forniti dalle famiglie nobiliari della città e del contado ed inquadrati ciascuno nei colori di riferimento.
La Disfida
Non più d’usati onori aure cortesi
spingon, o Castro, il piede a’ tuoi contorni.
Sol quest’usbergo e rilucenti arnesi
premon le membra a vendicar gli scorni.
I magnanimi spirti a torto offesi,
lungi dal trionfar, odiano i giorni.
Con questo del flagel più grave pondo,
giuro atterrir, giuro atterrare il mondo.
Oggi provar t’è forza,
empio arrogante,
che merte sol vers’i Tartarei chiostri,
un falso traditor volga le piante
e del suo sangue il suo terreno inostri.
Ogni patto aborrisco e da qui avante
vesto la spoglia de’ più orrendi mostri.
Troppo infiamma il mio cuor giusta vendetta,
onde sol morte e gran ruine aspetta.
Oggi vedrai, s’al nuovo campo ascendi,
s’al tuo folle vantar sian l’opre uguali.
Prendi pur l’asta e fra tue strage apprendi
l’armi di un falso ardir quanto sian frali.
Manda chi più t’aggrada e solo attendi,
da troppo irata man, piaghe mortali.
Non più parole, omai, vo’ vendicarmi:
al campo! Alla battaglia! All’armi! All’armi!
Tra le celebrazioni storiche che affollano numerosissime la vita dei centri grandi e piccoli della penisola italica, la Giostra del Saracino è una delle più antiche e ci riporta nei suoi costumi e colori più addietro nel tempo rispetto a tante altre. Malgrado varie sospensioni dal XVIII in poi, oggi il torneo cavalleresco attira migliaia di visitatori che, affascinati dal corteggio storico, si riversano nelle vie cittadine. Accalorato da centinaia di figuranti in costumi medievali e decine di cavalli, scandito dallo squillo delle chiarine e inebriato dei colori delle bandiere, il corteo è capace di far vivere alla città un tuffo nel passato e di far immergere gli aretini e i turisti in un’atmosfera singolare e festosa. E’ una festa di popolo attesa da ogni aretino che per tutto l’anno, attraverso le attività dei quartieri, mantiene in vita una tradizione lunga secoli, risvegliando nelle generazioni di piccoli aretini uno spirito identitario e di appartenenza alla fede che lega ciascun quartierista ai propri colori.
Pochi però prestano attenzione a quanto complessa sia la macchina che sta dietro la Giostra: ad esempio a quanta tutela veterinaria ed antidoping si faccia dei cavalli, attori comprimari della Giostra. Estrazione delle carriere e giuramento dei capitani; Prove e prova generale; Cene propiziatorie; Bollatura e investitura; Lettura del Bando; Benedizione degli armati e corteo storico; e finalmente… è Giostra. Protagonisti della manifestazione storica aretina sono i quattro quartieri cittadini di Porta Crucifera (rosso/verde), Porta del Foro (giallo/cremisi) Porta Sant’Andrea (bianco/verde) e Porta Santo Spirito (giallo/blu). Sono i loro giostratori, a sfidarsi in Piazza Vasari nell’assalto contro il Re delle Indie, al termine del quale solo un quartiere uscirà con il trofeo della Giostra del Saracino: la lancia d’oro.
Altri Protagonisti i Musici; Gli Sbandieratori; Signa Arretii (Sergente, Fanti, Valletti, Vessilliferi del Comune); L’Araldo; Il Buratto e i famigli; Il Cancelliere; Il Coordinatore di Regia; La Giuria; Il Maestro di Campo e il suo Vice; La Magistratura.