La tradizionale Festa degli Auguri, prima di Natale, si è svolta in una ambientazione carica di fascino: il Castello di Modanella. Attualmente in territorio senese, è tutt’oggi compreso nella Diocesi aretina; da sempre terreno di frontiera.
E’ stata quella dello scambio degli auguri anche l’occasione anche per fermarsi a fare delle riflessioni molto particolari sulla felicità e la infelicità.
L’uomo pare essere molto più spesso ipercritico, negativista e pessimista piuttosto che ottimista, positivo, sereno; in sostanza molto più spesso infelice che felice. E ciò indipendentemente dall’era storica, dalla latitudine geografica, dalla religione e dal modello culturale di riferimento. Spesso ambizione, brame, arroganza e prepotenza sono, io credo, solo la conseguenza di tale infelicità di fondo; e quando queste si trasferiscono dall’individuo al gruppo divengono causa di crisi, di svariate specie. E’ possibile evitare o prevenire l’infelicità? O, come dicono in molti, la felicità non è di questo mondo? Eppure non solo le religioni ma anche le teorie filosofiche ed i vari credo politici si basano sul raggiungimento della felicità…
Ad aiutarci in queste riflessioni abbiamo chiamato Paolo Nepi, aretino, docente di Filosofia Etica alla Università di Roma.